Ecco una parola che conviene imparare da subito, da bravi italiani, nei confronti del nuovo padrone che verrà, per dimostrargli le nostre doti migliori: servilismo, sottomissione e lingua umida da lacchè, sempre al servizio di brandeggio sull’ano del padrone.
Possiamo guardare qualsiasi grafico da 1992 ad oggi e verificare che tutto quello che era positivo per la nostra qualità della vita si è trasformato in una vera e propria discesa verso l’inferno.
Quello che è avvenuto nel 1992 lo sanno tutti: Trattato di Maastricht il 7 febbraio e appena 10 giorni dopo, toh!….Mani Pulite. Poi le privatizzazioni, la distruzione della LIRA, Falcone, Borsellino, Goldman Sachs, Draghi e Mortadella….e l’inizio della fine.
Nel 1992 lavoravo in banca, alla CARIPLO.
Non sapevo niente di quello che stava accadendo, ma mi sono reso conto immediatamente che c’era qualcosa di enorme che si stava manifestando. La Cariplo era una banca molto solida che i dipendenti chiamavano affettuosamente “Mamma Cariplo”. Una volta assunti con il contratto, non esisteva più nessuna preoccupazione nella vita. C’era lo stipendio migliore di tutte le altre banche, la polizza sanitaria, le proprietà della banca dove andare in villeggiatura. La Cariplo aveva addirittura come propri dipendenti, commessi, vigilanti, e il proprio servizio di esattoria. C’erano poi le filiali all’estero, tra cui New York con fliliale distaccata a Nassau - Bahamas, che era il mio obiettivo sin da quando sono entrato a lavorare in banca lasciando l’Aeronautica Militare. Mi ricordo che, nel 1991, incontrai Sandro Molinari
che allora era il Direttore Generale, una sorta di “mega direttore galattico”, e, mentre stringeva le mani a tutti, ebbi la sfrontatezza di chiedergli, di mandarmi a lavorare a New York. Mi ricordo che Sandro Molinari si fermò un attimo e mi fece un sorriso molto benevolo e sincero e dopo avermi chiesto come mi chiamavo, mi disse: « Cecchi, vedrà che un giorno sarà accontentato»! Non posso descrivere il mio entusiasmo dopo quell’incontro, ma poi le cose, con il 1992 iniziarono a cambiare di brutto. Come un semaforo che da verde diventa rosso. La Cariplo venne trasformata da Ente Morale in SPA. L’aria che prima era di totale serinità lavorativa iniziò ad essere permeata da un sentore mefitico e sinistro.
Poi, la stessa CARIPLO che stava aprendo filiali in tutto il mondo, per dare appoggio alle aziende italiane, iniziò a chiuderle, una dopo l’altra, e il mio sogno svanì.
In un certo senso, la profezia di Sandro Molinari si è comunque avverata e sono riuscito a venire alle Bahamas; non come dipendente di banca, ma come imprenditore e diplomatico.
Nel frattempo l’ITALIA è stata totalmente annientata.
Copio questo ottimo post da Facebook con l’elenco delle aziende che ci hanno portato via. Un elenco parziale, perché parte soltanto dal 2008, anno dell’altra crisi, quella dei mutui subprime.
Gilberto Trombetta
UN PAESE IN SVENDITA
Ve li ricordate quelli che l’euro ci avrebbe protetto?
Dal 2008 al 2012, 437 aziende italiane sono passate nelle mani di acquirenti esteri. Di queste, almeno 130 erano marchi importanti.
Tra il 2014 e il 2023, ci sono state 2.948 acquisizioni estere di aziende italiane (contro le 1.673 acquisizioni italiane all'estero) per un valore di 203 miliardi di euro. Solo negli ultimi 5 anni (2019-2023) le acquisizioni estere sono state 1.719 (contro le 980 acquisizioni all'estero di gruppi italiani) per un valore di 82 miliardi. Nel primo trimestre del 2024 ci sono già state 84 acquisizioni estere di realtà italiane.
Sono le meraviglie degli IDE, gli Investimenti Diretti Esteri. Che poi sarebbero i saldi d'occasione per gli acquirenti stranieri. Che infatti per comprare il doppio delle realtà che noi compriamo all’estero, spendono la metà. Il tutto mentre lo Stato, che avrebbe dovuto tutelare le imprese italiane (che in Italia danno lavoro e pagano le tasse), per colpa della peggior classe politica mai vista, regalava i gioielli di famiglia a concorrenti stranieri, spesso senza scrupoli. Per capire meglio di cosa stiamo parlando, ecco un elenco aggiornato (sicuramente non esaustivo), dei marchi italiani passati in mano straniera negli ultimi anni:
AC Milan (RedBird Capital Partners) Stati Uniti
Acciaierie Lucchini (Severstal) Russia
Acetum (ABF) Inghilterra
Acqua di Parma (LVMH) Francia
Algida (Unilever) Inghilterra
Ansaldo Breda (Hitachi) Giappone
Ansaldo STS (Hitachi) Giappone
Antica gelateria del corso (R&R/Nestlé) Inghilterra
/ Svizzera
AR Alimentari (Princes/Mitsubishi) Giappone
AS Roma (The Friedkin Group) Stati Uniti
Atala (Group Accel) Turchia
Avio Aero (General Electric) Stati Uniti
Belfe (Itochu Corporatio) Giappone
Benelli (Qianjiang Group Co. Ltd) Cina
Bertolli (Unilever / Deoleo) Inghilterra
/ Spagna
Biondi Santi (EPI) Francia
Birra Peroni (Asahi Breweries) Giappone
Bnl (BNP Paribas) Francia
Bottega veneta (Kering) Francia
Brioni (Kering) Francia
Buccellati (Richemont) Svizzera
Buitoni (Nestle via Newlat) Svizzera
Bulgari (LVMH) Francia
Cademartori (Lactalis) Francia
Carapelli (Deoleo) Spagna
Cariparma (Crédit Agricole) Francia
Casanova La Ripintura (privato) Hong Kong
Cesare Fiorucci (Campofrío Food Group) Spagna
CIFA (Zoomilon) Cina
Cirio (Unilever / Deoleo) Inghilterra
/ Spagna
Coccinelle (E-Land Europe) Corea del Sud
COIN (BC Partners) Inghilterra
Compagnia Italiana Forme Acciaio SPA (Zoomlion Heavy Industry Science and Technology Co., Ltd.) Cina
Conbipel (Oaktree Capital Management) Stati Uniti
Cova (LVMH) Francia
De Rica (Unilever / Deoleo) Inghilterra
/ Spagna
De Tomaso (Ideal Team Ventures Limited) Cina
Dietor (Katjes International Gmbh) Germania
Dietorelle (Katjes International Gmbh) Germania
Dodo (Kering) Francia
Ducati [Audi (via Lamborghini Automobili)] Germania
Duferco (Novolipetsk Steel Plant) ) Russia
Edison (Électricité de France) Francia
Editrice Giochi (Spin Master) Canada
Emilio Pucci (LVMH) Francia
Energie [Crescent HydePark (via Sixty Group)] Cina-Singapore
Eridania (Cristal Union) Francia
Eskigel ( R&R Ice Cream plc/Nestlé) Inghilterra-Svizzera
Fastweb (Swisscom SA) Svizzera
Fattoria Scaldasole (Andros) Francia
Fedrigoni (Bain capital) Stati Uniti
Fendi (LVMH) Francia
Ferretti (Weichai Power) Cina
Ferriera Valsider (Metinvest Holding LLC) Ucraina
FIAT (Stellantis) Francia
Fiat Ferroviaria (Alstom) Francia
Fiorucci [Janie e Stephen Schaffer (privati)] Inghilterra
Galatine (Katjes International Gmbh) Germania
Galbani (Lactalis) Francia
Gancia (Russian Standard) Russia
Gelati Motta (Froneri International) Inghilterra
Gianfranco Ferré (Paris Group International LLC) Emirati Arabi
Gianni Versace (Michael Kors e Capri Holdings Limited) Stati Uniti
Grom (Unilever) Inghilterra
Gucci (Kering) Francia
Hey Dude (CROCS) Stati Uniti
Ichnusa (Heineken) Olanda
IES, Italiana Energia e Servizi (MOL) Ungheria
Indesit (Whirpool) Stati Uniti
Inter (Oaktree Capital Management) Stati Uniti
Invernizzi (Lactalis) Francia
Isole e Olena (EPI) Francia
Ita, ex Alitalia (Lufthansa) Germania
Italcementi (HeidelbergCement) Germania
Italgel (Nestlé) Svizzera
Italia Marittima (Evergreen Group) Taiwan
Italia - Società di Navigazione (TUI Group) Germania
Italo (Mediterranean Shipping Company) Svizzera
Krizia (Marisfrolg Fashion Co. Ltd) Cina
La Perla [Sapinda (Lars Windhorst)] Germania
La Rinascente (Central Group) Thailandia
Lamborghini (Audi/ Volkswagen Group) Germania
Lanificio Cerruti (Njord Partners) Inghilterra
Locatelli (Lactalis) Francia
Loquendo (Nuance Communication Ltd) Stati Uniti
Loro Piana (LVMH) Francia
Lumberjack (Ziylan) Turchia
Magneti Marelli (Calsonic Kansei) Giappone
Mandarina Duck (E-Land Europe) Corea del Sud
Merloni [Whirpool (via Indesit)] Stati Uniti
Mila Schon (Itochu Corporation) Giappone
Miss Sixty (Crescent HydePark) Cina
, Singapore
Motta gelati (Froneri International) Inghilterra
Nastro Azzurro [Asahi Breweries (Gruppo Peroni)] Giappone
Nocrineria Fiorucci (Campofrio Food Group) Spagna
Omnitel (Vodafone) Inghilterra
Parmalat (Lactalis) Francia
Passoni & Villa (Alstom) Francia
Pastificio Garofalo (Ebro Foods) Spagna
Pernigotti (JP Morgan) Stati Uniti
Peroni (Heineken) Olanda
Perugina (Nestlè) Svizzera
Piaggio Aerospace (Mubadala Development Company) Emirati Arabi - adesso alla Turca Baykar
Pininfarina (Mahindra Group) India
Pirelli (Marco Polo International Holding Italy S.p.A.) Cina
Plasmon (Heinz) Stati Uniti
Poltrona Frau (Haworth Inc.) Stati Uniti
Pomellato (Kering) Francia
Pucci (LVMH) Francia
Rete TIM (KKR) Stati Uniti
Richard Ginori [Kering (via Gucci)] Francia
Rigamonti salumificio (JBS SA) Brasile
Rottapharm (Mylan) Stati Uniti
Ruffino 1877 (Constellation Brands) Stati Uniti
Safilo (Hal Investments) Olanda
Saila (Katjes International Gmbh) Germania
Saiwa (Mondelēz International) Stati Uniti
Saline di Margherita di Savoia (Salins du Midi) Francia
Saline di Sant’Antioco (Salins du Midi) Francia
SALOV (Bright Food) Cina
San Pellegrino (Nestlè) Svizzera
Sasib ferroviaria (Alstom) Francia
Sasso (Deoleo) Spagna
Sergio Rossi (Fosun International Ltd) Cina
Sergio Tacchini (Hembly International Holdings) Cina
Sixty (Crescent HydePark) Cina-Singapore
Sperlari (Katjes International Gmbh) Germania
Splendid (Jacobs Douwe Egberts) Olanda
Star (GBfoods) Spagna
Stock (CVC Capital Partners) Inghilterra
TIM (Vivendi SA, azionista di maggioranza) Francia
Trametal (Metinvest Holding LLC) Ucraina
Valentino (Mayhoola for Investments Spc) Qatar
Valle degli Orti (Frosta) Germania
Versace (Capri Holdings) Stati Uniti
Wind [VEON Ltd. / CK Hutchison Holdings Limited, Bermuda (Regno Unito)-Isole-Cayman (Cina)]
World Duty Free (Avolta AG) Svizzera
Zanussi (Electrolux) Svezia
Questo che segue è invece l’elenco da me stilato delle banche che non esistono più a Firenze dal 1990 (nella forma originaria). Le banche che esistono ancora adesso sono quelle derivanti dal cosiddetto “Risiko Bancario”, ovvero la fusione di tutto il marciume tossico di istituti putrefatti e poi aggregati in pustole piene di tutto il pus precedente con la progressiva aggiunta del pus nuovo, tenute in vita dai piani di stimolo della BCE e della Federal Reserve. Quando si legge di fusioni bancarie bisogna considerarle come la svuotatura di una fossa biologica straripante di liquami, dentro un’altra fossa biologica più grande, con della capienza residua.
Cassa di Risparmio di Firenze
Banco di Napoli
Banco di Sicilia
Banca di Roma
Credito Italiano
Banca Commerciale Italiana
Banca Toscana
Banca Manusardi
Banca Popolare di Novara
Cassa di Risparmio di Torino
Cariplo
Cassa di Risparmio di Prato
Credito Artigiano
Banca Nazionale dell'Agricoltura
Banec
Banca Nazionale del Lavoro
Bipop Carire
Banca 121
Banco San Gimignano e San Prospero
Istituto Bancario San Paolo di Torino
Banco Ambrosiano Veneto
Cassa di risparmio di Parma e Piacenza
IBI
Banca Popolare di Vicenza
Unipol Banca Spa
Banca Carige
Banca Popolare di Lodi
Cassa di Risparmio di San Miniato
Banca Antonveneta
Credito Cooperativo Fiorentino
Banca d'America e d'Italia
Banca Sai
Banca Federico Del Vecchio
Ubi Banca
Banca Popolare di Milano
Cassa di Risparmio di Pisa
Finché le banche erano italiane e la Banca d’Italia era sovrana nell’emissione della lira, era possibile avere autonomie in ambito monetario che consentivano uno spazio di manovra che adesso non esiste più. In banca, mi sono occupato di credito alle aziende. Oltre alle modalità tradizionali di gestione dei finanziamenti all’impresa, c’erano molti trucchi che i clienti adottavano e che venivano tollerati, sempre basandosi sulla fiducia. Uno degli strumenti più usati era senza dubbio l’assegno post datato. La data sull’assegno è obbligatoria, ma non si potrebbe apporla in modo posticipato, perché in quel caso si dovrebbe usare la cambiale e pagarci l’imposta di bollo. Ma in quegli anni d’oro, l’assegno post-datato, specie se trasferibile, ha reso possibile l’esistenza in vita di innumerevoli aziende artigiane italiane. Poi c’era l’anticipo su fatture, dove si poteva far finta di non accorgersene e anticipare la stessa fattura due o più volte, così da consentire un po’ di respiro a certi clienti, che comunque, in questo modo facevano girare i soldi, e c’erano soldi per tutti. Anche lo sconfinamento sul conto corrente oltre l’affidamento accordato era una prassi comune. Nella maggior parte dei casi, la fiducia era ben riposta, ma poteva capitare anche clientela truffaldina e in mala fede. Erano sempre e comunque soldi che restavano e giravano in Italia e che se uscivano da una banca italiana, rientravano in un altra, sottoforma di depositi, dopo essere passati di mano tra privati, aziende e pubblica amministrazione. Certo che la liquidità in eccesso creava inflazione, ma esistevano strumenti di adeguamento salariale che mantenevano il sistema in una situazione di equilibrio accettabile e ben distribuito.
Con la cessione della sovranità monetaria alla BCE e con la privatizzazione degli Istituti di Diritto Pubblico (Le banche che rientravano nella categoria erano il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia, la Banca Nazionale del Lavoro, l'Istituto bancario San Paolo di Torino ed il Monte dei Paschi di Siena, cui si aggiunse pochi anni dopo il Banco di Sardegna) tutto questo margine di creazione e mantenimento della ricchezza all’interno del paese non è stato più possibile ed è iniziata la fine. Il processo di scarnificazione.
La globalizzazione ha dato il colpo di grazia: essa ha trasferito il manufatturiero dalle nostre piccole e medie imprese ai paesi emergenti, che ormai, a nostre spese, sono emersi alla grande. Aziende, posti di lavoro e ricchezza che non tornernno mai più in Italia. Addio per sempre!
Cosa ci resta di quegli anni che ancora non ci hanno portato via? I RISPARMI DEGLI ITALIANI. L’ultima cosa che rimane da dargli, e ci hanno promesso che se li prenderanno con il GRANDE RESET annunciato a Davos nel 2020. Quindi non si tratta di un’ipotesi, ma di una certezza!
Ci incamminiamo così, in braghe di tela, verso il 2025, un anno che che è stato definito dal Segretatrio al Tesoro entrante, Scott Bessent, l’anno del
« GLOBAL ECONOMIC REORDERING »
Scott Bessent, leggiamo su Wikipedia, è stato socio di Soros, quello che nel 1992 ha distrutto la lira per favorire le privatizzazioni a saldo e stralcio. È un gestore di Hedge Fund, uno speculatore che ci promette un GLOBAL ECONOMIC REORDERING.
Credete che non lo farà? Certo che lo farà!
Ricapitoliamo:
CI HANNO DETTO APERTAMENTE CHE STANNO FACENDO UN GRANDE RESET E CHE STANNO PREPARANDO UN « GLOBAL ECONOMIC REORDERING»
Quindi questa è una cosa che sanno tutti. Infatti tutti si stanno preparando per affrontare al meglio questa partita e uscirne da protagonisti.
Il blocco dei paesi BRICS ci offre un chiaro segnale di quello che è opportuno fare: accumulare RISERVE D’ORO. Infatti, il GLOBAL ECONOMIC REORDERING, prevede un vero e prorpio «reordering» economico delle valute utilizzate globalmente per i commerci e la finanza.
La Cina in particolare, sta giocando con un’astuzia invincibile.
Chiunque in questo periodo si trovi a fare azienda, non può non riconoscere la superiorità della Cina nel mettere in cantiere qualsiasi tipo di opera o oggetto in tempi brevissimi e quantità illimitate.
Il problema anche per loro è la recessione globale perché è inutile produrre montagne di roba se poi i potenziali acquirenti non hanno i soldi per comprarla.
Ecco allora cosa si sono inventati per creare il denaro per farsi pagare…………………….
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Stessa cosa per la vendita del mio libro giunto alla 3a edizione. Il libro contiene la ricostruzione accurata dei cicli economici boom e bust e del perché essi conducono alle guerre. La lettura è fondamentale per capire cosa sta succedendo nel mondo, e per adottare le migliori strategie per sopravvivere - LETTERALMENTE - sopravvivere al GRANDE RESET in corso. Per ordinare il libro:
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