Il modello economico impostato sul socialismo corporativo di tipo collettivista ha lentamente eliminato ogni concorrenza produttiva da parte di imprese di piccole e medie dimensioni concentrando tutto il business nelle mani delle pochissime corporazioni che costituiscono il cartello oligarchico dominante.
Questo processo ha richiesto diversi anni, ma adesso il risultato finale osservabile è una produzione massiccia e inarrestabile di prodotti industriali, molto spesso anche inutili, che però continuano ad essere sfornati in quantità superiori a quanto sarebbe coerente con il bisogno del mercato, per soddisfare un meccanismo perverso che una volta avviato non si può più arrestare. Le aziende che partecipano a questa macchina mostruosa, attingono ai fondi quasi gratis e illimitati attraverso i canali privilegiati di chi appartiene ad un club esclusivo, dove le banche dello stesso club, concedono ad esse linee di credito infinite. Credito che spinge la loro quotazione borsistica con i buyback azionari pagati attraverso i trading desk delle banche centrali stesse tipo il plunge protection team. Sale operative che dispongono di fondi illimitati per intervenire nel caso di vendite, per invertire il trend borsistico e riportarlo sempre in uno stato di “permabull” finalizzato alla manifattura della percezione nel pubblico/sudddito che tutto funzioni benissimo, proprio come in un vero e proprio regime dittatoriale dove la propaganda non ammette nessuna possibilità di critica al regime. Questo sistema privilegia soltanto la classe oligarchica del vertice. Quella che viene creata è una distruzione enorme ed inutile di risorse che vengono estratte, impiegate e distrutte nel tentativo di sfornare roba in quantità esorbitante che giustifichi la ragione di essere di tali conglomerati.
Per consentire il funzionamento di questo meccanismo perverso, occorre