Per aver un’idea visiva di quanto sia esteso il blocco dei BRICS, allargato anche agli stati che hanno ricevuto l’invito ad unirsi come partner, occorre avere sott’occhio la mappa qui sotto:
Tutti insieme, i paesi BRICS rappresentano circa il 30% della superficie terrestre mondiale e il 45% della popolazione mondiale.
Tenendo in considerazione la mappa qui sopra, fissiamo nella mente un altro concetto, quello delle merci che si muovono nel mondo:
Il regno commerciale oceanico è un vivace centro del commercio internazionale, con un enorme 80% delle merci che viaggiano attraverso le onde, con la Cina in testa con uno sbalorditivo 47%. Mentre ci avviciniamo al 2024, si prevede che il mercato del trasporto marittimo raggiungerà la quota di circa 381,69 miliardi di dollari, con la regione dell’Asia del Pacifico in testa come regione in più rapida crescita sulla mappa nautica.
Ho iniziato questa newsletter con il criterio di valutare effettivamente qual’è l’entità della posta in gioco ovvero da una parte le nazioni BRICS e l’importanza dei commerci e dall’altra il mondo finanziarizzato consumatore.
Adesso alcuni numeri. Li metto all’inizio così non si rischia di diventare noiosi in seguito.
Secondo i dati resi noti dall’ex Banchiere Centrale Kathleen Tyson, nel suo libro Multicurrency Mercantilism: The New International Monetary Order uscito nel 2023, il commercio globale annuo di beni ammonta a circa 46mila miliardi di dollari, di cui l’8% è costituito da scambi intra-BRICS; questo equivale a 3,68 trilioni di dollari. Al contrario, il valore nominale della finanza globale in obbligazioni supera i 307 trilioni di dollari; il valore della capitalizzazione dei mercati azionari globali supera i 108mila miliardi di dollari; i derivati globali hanno un valore nozionale di oltre 635 trilioni di dollari; e la liquidazione annuale delle transazioni in valuta estera è dell'ordine di 1.900 trilioni di dollari. Secondo La ricercatrice Susan Trimbath, (Ph.D. in Economia alla New York University e MBA in Management from Golden Gate University) e molti altri economisti indipendenti tra cui Egon von Greyerz, Gerald Celente, Bill Holter, Gregory Mannarino e molti altri, la cifra complessiva del mercato dei derivati si aggira intorno ai 2.5 quadrilioni di dollari. Si tratta comunque di cifre stimate, in quanto il mercato dei derivati, essendo O.T.C. non è sottoposto a nessun obbligo di comunicazione agli organi di vigilanza e agisce tranquillamente nel sistema bancario ombra. La cifra di 635 trilioni di dollari comunicata da Kathleen Tyson si discosta infatti di poco da quella ufficialmente resa nota dalla Banca dei Regolamenti Internazionali:
Questo è secondo me il nocciolo della questione BRICS. Mi spiego meglio. In questo momento, il mondo intero si trova a dover bilanciare queste due grandezze contrapposte:
l’economia reale, fatta di estrazioni di risorse, la loro trasformazione, energia, produzione e scambio di beni e servizi con un GDP globale di circa 100 trilioni USD e che come abbiamo visto, per i commerci, si assesta a quota $46 trilioni. L'energia è il presupposto per tutti i sistemi di produzione: è cibo per le persone e carburante per le macchine.
L’economia reale contrasta con la realtà parallela del capitale fittizio – forme di capitale basate su futuri flussi di valore. Il capitale fittizio è necessario affinché l’economia reale si espanda; il capitale monetario sotto forma di credito garantito da una garanzia legale (cioè capitale fittizio) è necessario per consentire l’espansione dei flussi di produzione e la circolazione del valore. Esso è un valore di scambio che può assumere molte forme, come ad esempio contratti di opzione, contratti futures, derivati, azioni, obbligazioni e altri titoli. Il capitale monetario stesso è una forma di valore di scambio.
Ovvero, è il capitale fittizio finanziario confluito nelle bolle colossali della finanza tossica denominata in dollari USA.
Questo è il nocciolo della partita: trovare un sistema per tornare a bilanciare le due grandezze. $46 Trilioni di economia reale dei commerci che deve sorreggere $2.5 Quadrilioni di capitale fittizio finanziario tossico. È una sfida difficilissima. Si tratta di disinnescare la bomba ad orologeria della bolla del capitale fittizio finanziario per poter continuare a produrre e scambiare beni in giro per il mondo, e quindi garantire LETTERALMENTE la sopravvivenza dell’umanità.
Nessuno è escluso da questo inevitabile processo di cambiamento, e il cambiamento inizia adesso, con questo vertice dei BRICS dell’ottobre 2024.
Spero di aver inquadrato bene la grandezza della sfida e penso sia ragionevole quantomeno riflettere se sia possibile riuscire a pareggiare $2,5 milioni di miliardi, - ma anche solo i $667mila miliardi ufficialmente calcolati dalla B.I.S. - disponendo a fatica di solo $100mila miliardi di GDP globale complessivo.
Per questo, sia la Banca dei Regolamenti Internazionali, sia il Fondo Monetario Internazionale che l’ONU, partecipano a questo nuovo blocco multipolare dei BRICS, perché non si può escludere nessun angolo del mondo dal dover gestire questa fase ormai irreversibile. Il problema della crescita in termini di dimensione delle bolle speculative denominate in dollari USA riguarda il mondo intero, principalmente perché, come abbiamo visto, la maggior parte dei commerci sono ancora denominati in dollari, ma soprattutto perché non esiste ancora nel mondo una classe di consumatori altrettanto vorace come il popolo statunitense. Il mondo delle cosiddette Economie Avanzate, tra cui rientrano anche l’Italia e l’Europa, rappresenta senza dubbio il maggiore sbocco e destinazione finale della gran parte delle merci che vengono prodotte e commercializzate. Chiunque produca qualcosa, la vuole vendere, e il maggior mercato di consumo è il mercato statunitense che paga in dollari USA.
Per mantenere questo vorace standard di vita, gli USA hanno usato la militarizzazione del dollaro che è stato imposto al resto del mondo con la stessa modalità di Luca Brasi nel film Il Padrino: con le armi puntate e il ricatto:
Ma le cose fatte con la forza bruta, non vengono bene. Le cose vengono bene quando sono fatte con amore. Ed è per questo che ci troviamo ad affrontare tutto questo disastro.
L’aver gestito l’economia e l’imposizione del dollaro come valuta globale attraverso la minaccia militare, ha portato non solo ad una sorta di disprezzo e di perdita di fascino nei confronti del mondo, ma anche ad un problema enorme da affrontare. E qui si rende necessario fare qualcosa ed è quello che accompagnerà questo periodo di livellamento dell’economia denominata in dollari, con il tentativo di utilizzare tecnologia e multipolarità allo scopo di creare una sorta di camera di compensazione che eviti, o per lo meno, riduca l’impatto della deflagrazione della bolla dei derivati.
Non ci raccontiamo le favole, non c’è nessuna soluzione che non comporterà gravi scompensi. Si tratta solo di capire quanto male farà attraversare questa fase di RESET.
Le discussioni al vertice BRICS a Kazan, in Russia, su un sistema di pagamenti che supporti gli accordi commerciali intra-BRICS nelle valute nazionali - piuttosto che tramite una valuta di terze parti (ad esempio, USD) - si aggiungono a un insieme di istituzioni e tecnologie in espansione che sono già alla base dell’evoluzione verso accordi commerciali basati sulle valute nazionali. Queste istituzioni e tecnologie sono esse stesse ancorate alle economie reali di creazione e trasferimento di valore degli Stati membri BRICS. La multipolarità valutaria è più un processo evolutivo che qualcosa di fisso. Le nazioni stanno espandendo l’uso delle valute nazionali per regolare i conti commerciali transfrontalieri e aumentando la misura in cui finanziano lo sviluppo attraverso l’emissione di credito denominato in valuta nazionale per la formazione di capitale. La riduzione graduale e incessante della proporzione delle riserve nazionali detenute in dollari dalle banche centrali dei paesi riflette i cambiamenti sottostanti nei contorni delle dinamiche economiche e dello sviluppo globali.
In un mondo globalizzato che commercia, le valute hanno lo scopo di offrire una misura coerente di riferimento che esprima il prezzo delle merci. Dal 1944, con gli accordi di Bretton Woods, fino ad ora, questo ruolo è stato ricoperto dal dollaro USA. Quello che è avvenuto in tutti questi anni è stato però un progressivo allontanamento da questa importante funzione, per il fatto che il dollaro ha progressivamente abbandonato il campo puramente pratico di prezzare i commerci, espandendosi nelle colossali bolle finanziarie di Wall Street che sono scollegate dalla realtà pratica dell’economia reale. Questo processo si chiama finanziarizzazione, ed è un sistema che monetizza asset fittizi drenando risorse dall’economia reale ed alterando in modo irreversibile la coerente possibiità di determinare il prezzo delle cose. Il risultato è stato l’espropriazione delle risorse dalla periferia verso il centro, dove per centro si intende proprio il cuore pulsante della mega bolla finanziaria di Wall Street, un vero e proprio buco nero che si mangia tutto. Ricordiamo che il capitale fittizio ha valore solo se rimane rilevante e connesso alle possibilità di valore d’uso nell’economia reale. ALTRIMENTI SONO SOLO NUMERI SUL TABELLONE DELLA BORSA.
Questo meccanismo crea un’articifiale continua necessità di creare nuovi dollari per evitare che il sistema si inceppi. Una funzione, quella di fornire dollari, che viene svolta anche da Fondo Monetario Internazionale (I.M.F.)che era presente a Kazan nella figura istituzionale della sua attuale Managing Director: Kristalina Georgieva. Il modo in cui le istituzioni del sistema finanziario globale incidono sullo sviluppo ineguale e consentono l’espropriazione dalla periferia al centro è amplificato e consolidato attraverso i meccanismi del Fondo monetario internazionale (FMI) come principale fornitore di ultima istanza di credito alle nazioni. Il FMI fornisce finanziamenti denominati in USD ai paesi che hanno problemi con la bilancia dei pagamenti. Ciò significa che il paese mutuatario non dispone di riserve valutarie sufficienti (solitamente USD) per estinguere le proprie passività commerciali. I prestiti del FMI sono fortemente condizionati e richiedono alle nazioni mutuatarie di attuare politiche che effettivamente contribuiscono al persistente indebitamento dei paesi in via di sviluppo, con debiti denominati in dollari. I prestiti del FMI hanno costantemente fallito nel mantenere le promesse in termini di riduzione della povertà. Ad esempio, un recente studio sui prestiti a 81 paesi in via di sviluppo dal 1986 al 2016 condotto dai ricercatori americani Glen Biglaiser e Ronald J. McGauvran (2022) ha concluso che “gli accordi di prestito del FMI contenenti riforme strutturali contribuiscono a far sì che più persone rimangano intrappolate nel ciclo della povertà.”
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC9172087/
Dall’altra parte nasce di conseguenza la necessità di dover iniziare a ragionare su di un mondo alternativo che possa consentire a chi si occupa di economia reale, ovvero ai paesi BRICS, di avere uno stabile riferimento di valore visto che il dollaro USA non è più in grado di svolgere questa funzione.
Tutto questo non può avvenire in modo ostile perché i consumatori Europa e Usa sono ancora indispensabili ai paesi BRICS.
Il tutto può essere riassunto in questo gesto fatto quasi di nascosto del Presidente Putin……
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