Eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Le acque della baia si increspavano in onde tranquille, azzurro scuro. Molto più in là, sopra i monti, si levava una colonna di fumo biancastro, screziato di grigio e nero, che si allargava e si sfilacciava nel limpido cielo autunnale come la chioma di un pino.
Plinio corrugò la fronte, sconcertato. Quando sua sorella era entrata a precipizio nel suo studio per annunciargli quel prodigio nel solito tono teatrale, aveva pensato che stesse esagerando: probabilmente un contadino stava bruciando rami ed erbacce nel suo campo, oppure i pastori avevano acceso un fuoco per riscaldare il pranzo. Si era fatto portare i calzari ed era uscito solo per accontentarla.
Invece la nube era lì, fosca, immensa e minacciosa, a ricordare a tutti i mortali che la collera degli dei era sempre pronta ad abbattersi su di loro per spazzarli via in un soffio, come formiche nel temporale. Dopo alcune ore, la terra si scuoteva con ruggiti rabbiosi, pietre e ceneri cadevano dal cielo come grandine. Molti edifici erano già in fiamme. Gli abitanti di Stabiae fuggivano in massa, urlando di terrore, e nessuno si fermava ad aiutare gli anziani, gli infermi e i bambini che si smarrivano nella calca; ciascuno pensava solo a mettersi in salvo.
Plinio alzò lo sguardo. Lʼaria già densa di fumo si stava caricando di un odore acre, di zolfo e legna bruciata, che prendeva alla gola. Ricominciò a tossire, cercò di sollevarsi aggrappandosi alle gambe dello schiavo più vicino.
Il ragazzo lo spinse via con una ginocchiata e si mise a correre lungo la spiaggia. Il suo compagno esitò un istante, poi gli andò dietro.
Bocconi sulla sabbia, Plinio si guardò intorno, accecato dal fumo e dalle lacrime. Non vedeva nessun volto noto. Tutti, perfino Pomponiano, erano fuggiti in cerca di scampo. Si sentivano crepitare le fiamme.“Prefetto! Prefetto! Dove sei?”
La voce di Manlio, persa nella foschia. Plinio cercò di prendere fiato per rispondere, ma non ci riuscì. Stramazzò a terra, annaspò, riuscì a girarsi sulla schiena. Il cielo sopra di lui aveva il colore del piombo, tinto da vampate rossastre. Ceneri calde e lapilli fischiavano sullʼacqua.
Questo cataclisma verrà raccontato per generazioni, riportato in ogni trattato di storia naturale, tramandato ai posteri. In fondo, mi trovo proprio dove devo essere.
Suo nipote avrebbe senzʼaltro saputo sfruttare quella coincidenza per narrare la sua morte come la perfetta dipartita del saggio stoico.
Si concesse un ultimo sorriso. “Gaio…” soffiò.
Poi dalle sue labbra gonfie non uscì più alcun respiro.
(tratto da: https://www.archeostorie.it/plinio-eruzione-vesuvio-79-d-c/)
In modo molto similare, il popolo odierno osserva con sonnolenza annoiata, gli sbuffi sulfurei che fuoriescono dai pori del tessuto economico finanziario.
Falliscono banche? “Chi se ne frega! Basta che non fallisca la mia, dove ho i miei soldi”!
Falliscono anche i grandi developer immobiliari cinesi? “ Dov’è il problema? La TV mi dice che mi devo preoccupare del patriarcato, altri problemi, visto che la TV non ne parla, evidentemente non esistono”!
Il fallimento del colosso immobiliare SIGNA? Nessuna reazione. Occhio però a questa tabella pubblicata da Bloomberg; banche che hanno un'esposizione “sconosciuta” nei confronti del gruppo. Non è che, invece che essere sconosciuta è una cifra INCALCOLABILE?
Niente. La gente non guarda queste notizie, perché basta una cantante senza mutande per far dimenticare perfino i bombardamenti.
Come le mandrie di bufali nella prateria, che continuano a brucare indifferenti a capo basso in mezzo ai cadaveri dei propri simili, mentre Buffalo Bill ricarica il fucile da sopra la collina.
Così ragionano le masse di risparmiatori, tranquillizzate dalle televisioni, dove i programmi di economia, sponsorizzati dalle banche, ripetono in coro che tutto va bene, che l’economia è solida e che non c’è niente di cui preoccuparsi, aiutate anche dal fatto che le borse sono nuovamente vicine ai massimi storici. Poco conta il fatto che questi massimi storici dei vari indici di borsa siano ottenuti prendendo come riferimento solo pochissimi titoli, dove il settore tecnologico ipertrofico sta trainando ancora una volta il mercato azionario.
Il quadro generale: l’S&P 500 è cresciuto finora dell’8,9% nel 2023, o del 9,7% includendo i dividendi. Ma la parte del leone di tale aumento è dovuta all’impennata dei prezzi di alcune delle più grandi aziende. L’indice S&P 500 è formato da 500 titoli azionari. Ma di questi 500 sono soltanto 5 che ne determinano il rialzo.
Le cinque grandi aziende responsabili della stragrande maggioranza dei guadagni del mercato azionario nel 2023 sono Apple (in crescita del 36% quest’anno), Microsoft (37%), Alphabet (39%), Amazon (44%) e Nvidia, che è cresciuta del 159% grazie all'entusiasmo legato all'intelligenza artificiale.
Senza di loro, il mercato complessivo (compresi i pagamenti dei dividendi) sarebbe cresciuto solo dell’1,5% quest’anno, secondo i dati forniti da Howard Silverblatt, analista senior dell’indice S&P Dow Jones Indices.
Inoltre, eliminando dal calcolo il contributo delle altre due maggiori società tecnologiche – Meta (in rialzo del 120% nel 2023) e Tesla (66%) – l’S&P 500 rimarrebbe addirittura leggermente sott’acqua per l’anno in corso.
Per poter commentare con competenza i fatti economici rilevanti, bisogna sapere dove guardare. Il mondo dell’informazione ordinaria, ma anche della contro informazione arriva a saturare tutti i vari canali ci un numero talmente grande di notizie che arrivano ogni istante con una velocità pazzesca ed è materialmente difficile, per chi non sa discernere, sapere dove guardare e cosa è veramente utile sapere. Un po’ come quando si va a funghi nel bosco. Si può camminare per ore senza trovare nulla, perché i funghi sono solo nella fungaia. Allo stesso modo, nella giungla delle notizie a carattere economico, bisogna aver maturato l’esperienza di capire dove guardare, di conoscere quali sono le fungaie, perché è lì che si trovano le indicazioni utili per capire cosa succede, perché succede e cosa bisogna fare per prepararsi al meglio. Questa è la mia attività di divulgatore economico. Semplicemente di saper guardare i segnali che contano, perché il magma della crisi finanziaria scorre in modo sotterraneo ed è prudente sapere per tempo quando e dove inizierà a zampillare, per non finire inceneriti.
Essendo tutto il mondo finanziario espresso principalmente in una valuta di tipo debitorio denominata dollaro americano, ecco che già abbiamo individuato la nostra prima fungaia. Essendo il dollaro, come abbiamo visto, un’unità di debito, un’ulteriore segnale da tenere d’occhio è il tasso d’interesse che viene calcolato sulla massa complessiva di quel debito, che cresce in modo astronomico, esponenzialmente.
La situazione provocata dalle decisioni della Federal Reserve di alzare i tassi d’interesse, sta iniziando ad impattare adesso in modo preoccupante.
Questa è una cosa importante da tenere a mente: quando una banca centrale, come nel caso della Federal Reserve, annuncia ed implementa una manovra sui tassi d’interesse, gli effetti non sono mai immediati. Quello che si attiva è l’effetto “ripple”, ovvero un effetto di cerchi concentrici che parte e si propaga, come le increspature della superficie di un lago quando si lancia un sasso dentro di esso. Il fatto che non tocchi istantaneamente tutte le sponde del lago, questo non vuole dire che non lo farà. È solo questione di tempo, che gli effetti dell’onda che si propaga arriveranno prima o poi, dal centro alla periferia. Questo concetto va tenuto bene a mente. Tante persone, che guardano i miei video o che leggono le mie newsletter, poi accendono la TV e ascoltano i soliti commentatori che tranquillizzano che tutto va bene. Anche se qualcosa non succede subito, non vuol dire che non deve accadere. Lehman Brothers aveva rating tripla A fino ad un istante prima di scomparire, insieme a tantissime altre aziende che hanno provocato perdite pesantissime per innumerevoli risparmiatori.
L’indicatore principale da seguire è: